“Mio figlio V.C. è stato sottoposto in data 07/09/05 alla prima dose di vaccino esavalente Hexavac. Il giorno stesso e quello seguente ha avuto febbre a 38° ed è stato irritabile.
Dopo due giorni dalla vaccinazione abbiamo notato come in certi momenti, mentre era seduto o in braccio, iniziava a sbattere gli occhi mentre contemporaneamente la testina andava all’indietro. Questo succedeva parecchie volte al giorno. Essendo preoccupati, siamo andati in ospedale dove il bimbo è stato sottoposto ad elettroencefalogramma che è risultato normale. Tuttavia i medici ci hanno detto che si poteva trattare di un danno neurologico temporaneo provocato dal vaccino e che se il disturbo fosse peggiorato si sarebbe potuto sottoporre V. ad un altro elettroencefalogramma di durata più lunga.
Nel corso di qualche mese questi episodi sono andati via via scemando fino a diventare episodici. Chiedo pertanto di darmi riscontro su quali prove o test si intendono effettuare per garantire che le vaccinazioni non siano dannose per mio figlio”.
Questa lettera datata 5.4.2006 spedita al servizio di Farmacovigilanza Medica di Padova è molto esplicita. Ecco la risposta del responsabile:
“Facendo seguito alla sua lettera del 5.4.2006 relativa ai sintomi presentati da suo figlio dopo somministrazione del vaccino Hexavac le forniamo le seguenti informazioni. La comparsa di un rialzo febbrile fino a 38° e di irritabilità sono relativamente comuni dopo somministrazione di Hexavac mentre i disturbi neurologici sono molto rari (<1/10000). Dopo aver consultato due esperti del settore, abbiamo appurato che non esistono test clinici o di laboratorio atti a prevedere le reazioni avverse alle vaccinazioni, che sono quindi imprevedibili. Tuttavia, prima di attribuire al vaccino i sintomi neurologici manifestati da suo figlio, è essenziale escludere l’esistenza di una patologia spontanea concomitante. Per questo motivo le raccomandiamo di eseguire gli accertamenti diagnostici che le sono stati suggeriti dai sanitari consultati. L’eventuale decisione di continuare o interrompere il ciclo vaccinale o di cambiare tipo di vaccino deve essere presa dopo una attenta valutazione da parte di un neurologo e di un infettivologo. Può trovare entrambe le competenze presso la Clinica Pediatrica dell’Università di Padova”.
In seguito ai fatti riportati I genitori hanno assunto un comportamento altamente responsabile e ponderato nella scelta delle vaccinazioni per il proprio figlio. Infatti il 23/9/2006 V. è ricorso alle cure del pronto soccorso per una caduta accidentale e solo in quell’occasione hanno consentito che fosse vaccinato contro il tetano.
Infine il 10/04/2006 ha avuto la 2^ dose di antipolio. In questi due interventi non ha avuto postumi.
Il 27/04/2007 i genitori si sono presentati davanti al Tribunale dei Minorenni dove erano stati convocati per l’opposizione alle altre vaccinazioni obbligatorie. In quella sede hanno esposto la loro vicenda, specificando che:…………………..“la nostra volontà di genitori è quella di tutelare la salute di nostro figlio, proteggendolo dalle gravi malattie, ma limitando ai casi di effettiva necessità la sua esposizione a rischi che non possono essere totalmente esclusi o preventivati. Vorremmo quindi essere lasciati liberi di decidere a quali vaccinazioni sottoporre Vittorio e con quale tempistica farlo”.
Considerazioni
Non si può che provare grande rispetto per dei genitori così precisi e preparati.
Inquietante inoltre apprendere, dalla lettera di risposta del responsabile alla Farmacovogolanza, che “….non esisterebbero test clinici o di laboratorio atti a prevedere le reazioni avverse alle vaccinazioni…” e che quindi queste sarebbero “imprevedibili”. I test ci sono e possono mettere in luce immunodeficienze non riscontrabili con visita medica. Certo è, tuttavia, che le reazioni possono essere imprevedibili come tipologia, perché tante sono le complicazioni documentate che si verificano a carico di ogni parte dell’organismo.
Ancora da segnalare che l’intervallo stretto fra vaccinazione e reazione non è considerato con la dovuta serietà, soprattutto per un bambino che godeva di piena salute fino alla seduta vaccinale. Paradossale appare, infine, che, per accertare il coinvolgimento del vaccino, si debba partire dall’ipotesi più lontana, che questo cioè non ne sia assolutamente la causa, quando, contingenza temporale ed evidenza logica, inducono per buon senso ad indagare subito in quella direzione.
Per finire appare annullato il ruolo dei genitori nella decisione finale condizionata assolutamente da “attenta valutazione da parte di un neurologo e di un infettivologo”.