Tosse: “cattiva” “asinina” “canina”
Etiologia: (la causa) è la Bordetella pertussis, bacillo pleiomorfo Gram-negativo difficile da coltivare in laboratorio.
Una sindrome pertussoide (viene anche chiamata Para Pertosse) può anche essere causata da B parapertussis, Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia trachomatis, C pneumoniae, B bronchiseptica e forse da certi adenovirus. (il vaccino serve solo per un specifico batterio e gli altri che danno gli stesi sintomi????)
Trasmissione: per via aerea, per stretto contatto tramite goccioline aerosoliche provenienti dal tratto respiratorio e si manifesta con epidemie ogni 3-4 anni.
Periodo di incubazione: va da 6 a 20 giorni, di solito 7-10 giorni.
La durata di malattia nei casi non complicati va da 6 a 10 settimane.
Manifestazioni cliniche:
la pertosse inizia (fase catarrale) con lievi sintomi a carico delle vie respiratorie, come raffreddore, malessere, starnuti e tosse specie notturna. Successivamente causa gravi accessi parossistici di tosse (fase parossistica), molto spesso con un caratteristico urlo inspiratorio, seguiti da vomito. In questa fase ogni attacco è costituito da una serie di colpi di tosse rapidi e soffocanti che rendono pericolosa la respirazione. La febbre è assente o minima. I sintomi diminuiscono poi gradualmente (fase convalescenziale). I bambini con meno di 6 mesi la malattia può essere atipica; è frequente l’apnea e può mancare l’urlo inspiratorio. I bambini più grandi e gli adulti, solitamente, possono presentare manifestazioni atipiche, con tosse persistente e senza urlo inspiratorio. Test diagnostici: le conferme di pertosse in laboratorio sono difficili, la diagnosi si deve basare sulle manifestazioni caratteristiche della tosse prolungata e parossistica, che possono essere corroborate da segni quali l’urlo inspiratorio, il vomito che segue la tosse e la linfocitisi.
Riportiamo da “red book 2003” pag. 399 “la pertosse è una malattia particolarmente grave nei primi mesi di vita (in particolare nei bambini prematuri e non vaccinati) Secondo dati epidemiologici riportati negli Stati Uniti (19901999), polmoniti, convulsioni ed encefalopatie sono state descritte nel 22%, 2% e < 0,5% in quelli da 2 a 11 mesi. La maggior parte dei casi riguarda pazienti ospedalizzati e quindi queste percentuali potrebbero riferirsi alle forme più gravi”.
Commento del Corvelva: leggere questi dati “fumosi” riesce immediatamente a creare uno stato di ansia, e di paura per la malattia. Non prendere mai sotto peso un problema è fondamentale. Ma riportare i dati in questo modo, ci risulta molto comodo. Anzi tutto dovevano dire quanti, come numero, sono stati gli ospedalizzati.
Trattamento: chemioprofilassi, farmaci antimicrobici dati nello stadio catarrale possono migliorare la malattia. Una volta comparsi gli attacchi parossistici, tuttavia, gli antibiotici di solito non hanno un effetto apprezzabile sul decorso e sono raccomandati principalmente per limitare la trasmissione. Il farmaco di scelta è l’eritromicina.
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Vaccinazione : in base a studi su bambini piccoli esposti in famiglia alla pertosse, si stima che l’efficacia del vaccino a cellula intera per i bambini che hanno ricevuto almeno tre dosi vari dal 50% al 90%, a seconda della definizione di caso. (Corvelva – aggiunge cosa vuol dire?)
L’immunità indotta del vaccino persiste per almeno 3 anni e diminuisce in seguito. Perciò, da 5 a 10 anni dopo il vaccino i bambini sono di nuovo suscettibili all’infezione da B pertussis.
La malattia nei soggetti precedentemente vaccinati è di solito lieve. (Corvelva – ma questi soggetti si sono vaccinati per non prendere la pertosse! Inoltre cosa vuol dire: “di solito lieve”, in chi, in quanti? E quelli che conosciamo che sono stati ricoverati per la gravità della pertosse)
L’efficacia dei vaccini acellulari contro la pertosse è stata dimostrata inizialmente in Giappone su bambini di oltre 2 anni di età. Di recente, in Europa prove su diversi vaccini acellulari hanno dimostrato un’efficacia paragonabile al vaccino a cellula intera, somministrato ai bambini come vaccinazione primaria. L’immunogenicità degli antigeni dei vaccini acellulari è simile a quella dei vaccini DTP a cellula intera. Tuttavia, le risposte anticorpali non correlano con la protezione contro la malattia e non possono essere usate per prevedere l’efficacia. La durata della protezione dopo la vaccinazione con vaccini acellulari non è ancora stabilita; sono tuttavia in corso studi. Rispetto al vaccino tradizionale, quello acellulare è seguito con minor frequenza da reazioni locali (eritema e infiltrato in sede di iniezione), febbre e altri comuni sintomi sistemici (sonnolenza, irritabilità e anoressia): Non è noto al momento attuale se i rari effetti collaterali gravi associati al DTP si presenteranno con minor frequenza con il vaccino acellulare. (Red Book 2003)
Effetti collaterali:
Reazioni locali e febbrili, la frequenza di febbre, reazioni sistemiche e locali comuni, inclusi eritema, infiltrato e dolorabilità in sede di iniezione dopo vaccinazione con vaccino acellulare (dato come DTPa) è significativamente minore che dopo DTP.
Reazioni allergiche, Le reazioni anafilattiche sono circa due per 100.000 iniezioni di DTP; non è nota la frequenza di anafilassi dopo DTPa. Estremamente rare sono le reazioni anafilattiche gravi che portino a morte, se pure ve ne sono.
Convulsioni, l’incidenza di convulsioni entro 48 ore dalla somministrazione di vaccino DTP è di 1:1750 dosi somministrate. (Corvelva – ogni bambino riceve 3 dosi)
Episodio ipotonico-iporeattivo, questi episodi (collasso o stato shock-simile) sono stati osservati dopo vaccinazione DTP con incidenza di 1:1750 dosi somministrate (Corvelva: ogni bambino riceve 3 dosi). Si verificano meno frequentemente dopo la vaccinazione DTPa. (ogni bambino riceve 3 dosi) Pianto insolito, urla o pianto persistenti, inconsolabili, per 3 o più ore possono qualche volta comparire entro le 48 ore dalla vaccinazione DTP (1:100 dosi somministrate). La frequenza del pianto inconsolabile per più di 3 ore dopo DTPa è significativamente inferiore. Il significato del pianto persistente non è noto.
(Corvelva: dopo molti anni di somministrazione di questo vaccino non hanno ancora capito il significato, meglio dire cosa succede nel piccolo, con il pianto persistente. Molti Medici seri e attenti chiamano questo: “pianto per sofferenza cerebrale”)
Ci sembra giusto a questo punto mettere la “ciliegina” finale: Reazioni avverse a vaccino in Italia negli anni 1991-93 dott. S. Squarcione, Ministero della Sanità – Dir. Gen. Servizi Igiene Pubblica “Nonostante l’aumento del numero di notifiche, la frequenza di eventi avversi a vaccino rimane bassa; particolarmente per ciò che concerne le reazioni maggiori che, quando sono associate a DTP, possono essere spesso ragionevolmente ascrivibili dovute alla componente pertossica del vaccino. Nei vaccini antipertosse di tipo tradizionale è infatti molto difficile, se non impossibile, separare i componenti in grado di indurre protezione immunitaria da quelli dotati di potere tossico”.
Commento del Corvelva
Serve commentare questi dati? Parlano da soli.
E’ gravissimo che loro ne siano a conoscenza ma che non ti avvertano!
La pertosse ancor prima dell’introduzione del vaccino aveva perso molto della sua virulenza, per cui non era più pericolosa come una volta.
Come si può affermare che un bimbo vaccinato che prende la pertosse questa sia meno forte, in base a cosa?
E tutti i bimbi non vaccinati che prendono la pertosse forma lieve?
Queste affermazioni sono come dare i numeri del lotto.
Effetti collaterali: quanti? Sommateli e i rischi sono davvero molti.
Solo le reazioni anafilattiche sono 2 ogni 100.000 dosi, fate dei semplici calcoli significa una ogni 16.666 bambini non è cosa da poco, per una malattia che se seguita con serietà e competenza non crea problemi.
Fino a pochi anni fa, garantivano che il vaccino antipertosse non creava problemi, una volta messo in commercio il nuovo vaccino iniziano a dare alcuni dati su quello che provocava il vecchio tipo, però come consuetudine, voi non eravate informati !!!
Il numero di notifiche di reazione avversa a vaccino, sarà sempre molto bassa, per un semplice motivo: voi vaccinate al distretto, se il bimbo sta male lo portate in ospedale dove nessuno vi chiede “ma è stato vaccinato?”, per cui il vaccino non centra mai.
Quante persone sono a conoscenza della Legge 210/92 ?
Quasi nessuna. Quante persone sanno che i vaccini possono scatenare un sacco di problemi, e quali ?
Il risultato e sotto gli occhi di tutti: i vaccini non danno problemi !