Sintesi convegno al Mart di Rovereto del 10 maggio

DANNI DA VACCINO REALTA’ O PAURE

CONVEGNO
MART DI ROVERETO 10 MAGGIO 2008

Notevole interesse ha assunto il convegno dal titolo “Danni da vaccino. Realtà o paure” organizzato al Mart di Rovereto dall’Associazione Vaccinare Informati.
Un’occasione che ha dato ai numerosi presenti, la sala era piena, la possibilità di valutare l’argomento ed anche di oltrepassarne i contorni che si erano posti.

Il dott. Carraro, responsabile del SISP ripropone argomenti comunemente presenti sui canali di informazione tradizionali.
Afferma che dal 2003 al 2006 nella Asl di Trento ci sono state 189 segnalazioni di reazioni da vaccino, di cui 15 sembrano importanti, ma non gravi, senza specificare di che tipo di effetti si tratta. Illustra invece 9 casi di danneggiati da emotrasfusioni. Poi espone in 8 punti cosa farà l’azienda ospedaliera a livello organizzativo per migliorare il sevizio vaccinale:

1) Ambulatori idonei
2) Personale addestrato
3) Medico presente nel momento di vaccinazione
4) Kit di emergenza
5) Una linea guida
6) Manuale delle controindicazioni
7) Anamnesi famigliare prevaccinale
8) Contatto ristretto con canale verde
Se tutto ciò venisse veramente posto in essere si potrebbero evitare molti danni alla salute del cittadino e specialmente dei bambini.
Ha voluto anche spostare l’attenzione sui danni delle malattie per cui ci si vaccina, delle quali ha dimostrato molta conoscenza, al contrario dei danni da vaccinazione.

Lo ha seguito l’intervento del dott. Miedico. Da lungo tempo opera nell’ambito del riconoscimento dei danni da vaccino come medico legale di parte e/o come consulente nelle CTU.
Ha colto Miedico un disinteresse della stampa e della ASL verso questo convegno, in linea con la chiara volontà di impedire una consapevolezza dei danni da vaccino.
Come ha ben esposto, i danni possono avere carattere oggettivo per i componenti del vaccino, soggettivi per lo stato di salute del ricevente oppure possono derivare da contatto con persone vaccinate.
E’ gravissimo, afferma Miedico, che, a fronte di centinaia di bambini che ogni anno muoiono nell’arco di 1-30 gg dopo le prime vaccinazioni, il Ministero non apra un’inchiesta.
Quel Ministero tuttavia riporta ancora il caso di un bimbo non vaccinato per difterite, ma solo inizialmente creduto morto a causa di ciò, e non segnala il caso di quel bimbo di Padova deceduto dopo antimorbillo.
Consiglia il dott. Miedico, di ritardare ad almeno 6 mesi, un anno la prima vaccinazione; di eseguire quelle analisi utili a prevenire complicazioni; di valutare seriamente lo stato di salute del bimbo; di vaccinarlo nelle stagioni intermedie e con un vaccino singolo per volta.
Non ha dubbi nel portare grande cautela con le vaccinazioni, al contrario del “…vacciniamo a tutti i costi…” della maggioranza dei medici che vivono come sconfitta il rifiuto della vaccinazioni di un loro paziente.

Intervento lucido e lineare quello del dott. Serravalle per approfondire quanto si sa sul vaccino per il papilloma virus e sulla campagna vaccinale a supporto dello stesso.
Quale medico pediatra che per anni ha somministrato vaccini, non esita ora a definire la campagna di vaccinazione contro il papilloma virus assurda e indecente. “E’ una enorme operazione commerciale condotta dalle case farmaceutiche” e mostra, fra la sorpresa del pubblico, tutti gli sponsor per questa vaccinazione.
Due sono i vaccini: Gardasil e Cervarix rispettivamente della Glaxo e Merch con un costo a persona di 570 €. Una spesa di 30 miliardi di € oltre ad altri 40 miliardi sotto altre voci di bilancio.

Una vaccinazione priva di un valido supporto scientifico che ne giustifichi l’uso di massa.
Sono 120 i ceppi di questo virus mentre il vaccino ne può combattere solo quattro; i casi di tumore alla cervice sono in diminuzione e non vi è in corso nessuna epidemia; è già in atto la prevenzione con il pap test; gli unici studi sull’efficacia del vaccino e sulla durata della copertura sono stati condotti dalle ditte farmaceutiche e nessun studio è stato prodotto da gruppi indipendenti; la maggior parte delle infezioni regredisce spontaneamente senza esiti; non è dimostrata l’efficacia della vaccinazione ed infine nel foglietto illustrativo è incredibile trovare che “il vaccino non è stato valutato per la cancerocenicità e ancora nulla si sa sul fenomeno type replacement di questi virus.
Sottolinea poi Serravalle che sarebbe da indagare sui fattori che fanno risolvere naturalmente l’nfezione, studi che non si fanno come quello che mette a confronto bambini vaccinati e non.

Ha colto tutti di sorpresa nel seguire il programma, l’intervento della dottoressa Ceccon che, per restare il tema di danni da vaccino, ha esposto un progetto di ricerca promosso dall’Associazione Nuova Era.
La terminologia tecnica ha poco aiutato la comprensione, ma il linguaggio successivo del dott. Burattoni ha semplificato la questione.
Il lavoro mira a valutare attraverso analisi ematiche determinati aspetti profondi dello stato di salute. Tali analisi possono documentare inequivocabilmente un danno sopravvenuto a vaccinazione. Fermo restando che le disfunzioni ai livelli indagati sono correlate a circa 50 patologie di cui molte gravi, sottolinea il dott. Burattoni, è importantissimo effettuare quelle indagini perché rappresentano la vera profilassi.
I danni da vaccino infatti si osservano a livello genetico e vengono trasmessi alle generazioni future. Ma il progetto dell’Associazione Nuova Era no finisce qui. Individuato il danno, l’anomalia, è possibile approntare un protocollo dinamico terapeutico che il dott. Burattoni ha esposto dettagliatamente.
L’esecuzione delle analisi e il compimento dello studio ha reso necessario l’approntamento di un laboratorio da parte dell’associazione.

Ha seguito l’intervento del presidente del Condav (Coordinamento nazionale danneggiati da vaccino) sig.ra Nadia Gatti come madre di una figlia colpita da polio vaccinale. Ha raccontato la sua vicenda che lascerebbe allibito chiunque.
La diagnosi di polio da vaccino fatta con grande ritardo, esami diagnostici inutili per non dire dannosi, incompetenza da parte dei medici che non hanno saputo dare indicazioni per un centro di riabilitazione.
Ha capito bene la sig.ra Nadia Gatti che quando non si vuole o non si sa riconoscere un danno da vaccino non lo si può nemmeno curare e quei bambini vengono indirizzati in centri ospedalieri come un pellegrinaggio senza veri risultati.
La determinazione di questa madre ha fatto scoprire numerosi altri casi di polio da vaccino antipolio, e costretto l’allora ministro della salute ad adottare il vaccino a virus morto IPV Salk, in sostituzione del Sabin OPV. Ha poi costituito l’associazione che sostiene e cura tutte le procedure della L. 210 e L. 229 per l’indennizzo da danni da vaccino.
Un iter burocratico che si scontra con la volontà di non riconoscere i danni da vaccino obbligando le famiglie a notevoli, lunghi sforzi sia economici che in termini di tempo. Infine come si può stabilire se un vaccino è pericoloso se non c’è una vera raccolta dei dati che ne misuri la sicurezza ? Chiede il presidente del Condav di fare uno studio serio sui danni da vaccino altrimenti non potremo mai sapere la loro entità.

La parte politica ed amministrativa.

Un consigliere provinciale di Trento ha ricostruito le fasi precedenti la bocciatura del progetto di legge per l’abolizione dell’obbligo vaccinale in trentino. Una sconfitta che non è stata inutile per l’approssimarsi di una nuova proposta e per l’impegno preso dalla amministrazione provinciale di dare una corretta informazione ai genitori.
Si è detto commosso il consigliere dalla testimonianza della sig. ra Gatti è si è preso l’impegno di promuovere le analisi preventive per inserirle nei protocolli vaccinali.

Il sindaco di Lavis presente in sala ha voluto fare un breve intervento è come è accaduto in un altro caso a cui ero presente (ad Olmo di Creazzo nel vicentino), stupito dalle contraddizioni emerse, non ci vuole molto a capire il lato oscuro della pratica vaccinale, ha affermato che la medicina dovrebbe aggiornarsi, che andrebbe fatta una giusta informazione e che egli si adopererà per far presenti le necessità di quei genitori che chiedono maggior attenzione al problema.

Poche le domande venute dai presenti in sala, ma solo per mancanza di tempo (i lavori sono conclusi alle 14) e per la lunghe risposte che hanno suscitato.
Per prima la testimonianza di un medico di Milano con un figlio affetto da una forma autistica comparsa dopo le prime vaccinazioni. Una battaglia ancora in atto per il riconoscimento del nesso di causalità.
Nel rispondere ad una domanda il dott. Carraro ha spostato l’attenzione sui danni da malattia, sul fatto che i germi non hanno frontiere e sull’importanza delle vaccinazioni perché rientrano nei livelli essenziali per la prevenzione delle malattie.
Ma poi incalzato da un genitore che voleva spiegazioni sull’utilità della vaccinazione anti HBV a tre mesi di vita, nell’imbarazzo ha preferito eludere la risposta dicendosi contrario all’obbligatorietà.
Poco prima il dott. Medico citava la tangente incassata da De Lorenzo per promuovere la vaccinazione anti HB. Questo deve aver stimolato alcuni presenti in sala che hanno rivolto frasi pesanti al dott. Carraro.L’organizzatrice del convegno ha subito definito il fatto intolleranza, contraria all’impostazione dell’associazione che vuole il confronto per arrivare ad una vaccinazione consapevole.

Sono intervenuti altri due genitori con figli danneggiati da vaccinazione che hanno esposto la loro esperienza. Casi questi che il dott Carraro ha detto di non conoscere.
E’ da ritenere manchevole questo da parte di un responsabile del servizio vaccinazioni.

Un convegno questo di Rovereto che lascerà un segno importante.

12 maggio 2008